Periodicamente emergono delle domande circa i metodi migliori di insegnamento. Ora in Gran Bretagna, dopo molti dibattiti, il ministro dell’Istruzione ha stabilito che gli studenti dovranno imparare le tabelline fino a quella del 12 entro la fine del IV anno della scuola primaria (nove anni).
E i pareri degli esperti sull’argomento sono diversi. Ad esempio, per Jo Boaler, docente inglese di didattica della matematica all’Università di Stanford, in questo modo non si fa che peggiorare la fama della matematica alimentando l’avversione degli studenti. Per Giuseppe Rosolini invece, logico di matematica dell’Università di Genova, le tabelline servono come serve l’alfabeto. Ma precisa che “Uno bravo con le tabelline non è necessariamente bravo in matematica, e viceversa. Ma non saper fare i calcoli elementari è come non sapere mettere insieme le lettere dell’alfabeto, e un poeta che non sa farlo probabilmente avrà difficoltà a scrivere poesie” .
Fonte: quotidiano ‘La Repubblica’, La battaglia delle tabelline
Per Anna Baccaglini-Frank, ricercatrice di didattica della matematica all’università La Sapienza di Roma, le tabelline servono purchè siano insegnate bene. Non vanno spiegate con metodi verbali come se fossero cantilene ma apprese con il loro significato matematico con un ragionamento, insegnato dall’adulto o scoperto dal bambino,
Infatti il semplice apprendimento non è suficiente perché il bambino potrebbe avere imparato le tabelline con un trucchetto mnemonico e non aver compreso il processo matematico sottostante.
Dalle opinioni degli esperti emerge, quindi, l’importanza dell’apprendimento delle tabelline se accompagnato da una comprensione della ‘logica’ e non come semplice apprendimento di combinazione di numeri.
Di: Letizia Mannino