I dati riportati dall’articolo del quotidiano ‘Il Tempo’ devono far riflettere per diversi motivi tra i quali: perchè riguardano una fascia di età ancora in fase di sviluppo, perchè potrebbero rivelare una crescente difficoltà ad accettare ed apprezzare il proprio aspetto da parte delle nuove generazioni, perché emerge che talvolta sono proprio i genitori a spingere i ragazzi verso questo tipo di interventi rischiando quindi di rafforzare l’insicurezza dei figli.
Infatti ricorrere alla chirurgia e alla medicina estetica per affrontare l’insoddisfazione per il proprio aspetto finisce per confernare l’idea che per piacere e per piacersi si debba necessariamente corrispondere a certi standard estetici mentre molto spesso, il piacersi o meno, è più un processo emotivo legato al senso di sicurezza. Ricorrere alla medicina estetica deve essere una possibilità in alcune situazioni, non un modo per risolvere le proprie insicurezze relazionali.
Di: Letizia Mannino