Fonte immagine Corriere della Sera
Si comincia a bere sempre prima e si sta diffondendo (anche tra i giovanissimi) il “binge drinking”, cioè il corrispondente di una abbuffata spiega Emanuele Scafato presidente della Società italiana di alcologia e direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera.
Sta cambiando il modo di percepire chi beve che non è quasi mai considerato ‘drop-out’ dai giovani ma invece viene visto come un tipo “giusto”, uno che “spacca” e il bere è diventato un modo per fare parte del gruppo, per sentirsi disinibiti. Alla domanda se non si tratti solo di bravate e non si esageri con l’allarmamismo Scafato risponde: “Niente affatto, consumare sei o più bicchieri in poche ore e anche una sola volta a settimana conduce, al di sotto dei 25 anni, nel giro di poco tempo, a una riduzione del volume dell’ippocampo, parte del cervello deputata all’orientamento e alla memoria. Il cervello tra i 16 ed i 25 anni va incontro a un rimodellamento che porta alla definizione del cervello adulto, ma l’alcol consumato in questa “finestra” di massima vulnerabilità interferisce sul suo sviluppo, cristallizzando le modalità cognitive e comportamentali in una fase in cui prevale l’attività cerebrale legata all’impulsività e all’emotività, tipiche della gioventù». (Fonte Corriere della Sera)
Per prevenire gli abusi di alcol sarebbe utile prestare attenzione alle motivazioni. Come mette in evidenza il Presidente della Società Italiana di alcologia il bere fra i giovani può essere un modo per sentirsi più disinibiti. Ma perché i giovani hanno bisogno di ‘disinibirsi’ in situazioni di gruppo? Alcuni comportamenti, come l’abuso di alcolici, possono ‘coprire’ difficoltà e insicurezze relazionali che dovrebbero essere affrontate e superate.
In questo senso la famiglia può essere un osservatorio privilegiato per orientare i giovani a comprendere e affrontare eventuali disagi, che spesso fanno parte di un fisiologico percorso di crescita, cercando di prevenire quindi la messa in atto di comportamenti rischiosi per la salute e con possibili conseguenze irreversibili.
Per approfondire:
Corriere della Sera, Un nemico più insidioso: nuovi rischi dell’alcol. Prime bevute a 13 anni, di Daniela Natali
Di: Letizia Mannino