Il 10 aprile la Corte Costituzionale ha abrogato gli articoli della Legge 40 che vietavano la fecondazione eterologa in Italia.
L’argomento è complesso perchè comprende numerosi aspetti: bioetici, biologici, genetici, medici, giuridici, sociali, relazionali, affettivi, solo per citarne alcuni.
I pareri sulla fecondazione eterologa e in merito alla decisione della Corte Costituzionale si stanno susseguendo e sono contrastanti.
Il Messaggero ha pubblicato due interviste: una a U. Veronesi favorevole, all’eterologa e l’altra ad A. Vescovi, che di dichiara contrario.
La complessità del tema rende difficile considerare tutti gli aspetti che vi sono coinvolti. Talvolta, infatti, i pareri espressi sembrano concentrare l’attenzione più su alcuni argomenti piuttosto che su altri; ad esempio in alcuni casi viene posta l’attenzione più sul diritto di essere genitori e in altri sulla tutela dei diritti del nascituro.
Nelle interviste riportate Veronesi sembra considerare fra gli aspetti prioritari il diritto di essere genitore e all’autodeterminazione (anche nel caso di infertilità assoluta) e la possibilità di far uso della tecnica dell’eterologa al fine di accogliere questo desiderio/diritto. Invece, la posizione contraria di Vescovi sembra nascere più da motivazioni di tipo biologico/genetiche e emotivo/relazionali; inoltre, dal suo punto di vista, è come se l’eterologa in realtà non costituisse la realizzazione del desiderio di un figlio come progetto della coppia tant’è vero che parla di figli con un solo genitore.
Di: Letizia Mannino