Uno studio promosso dalla London School of Economics and Political Science ha indagato il livello di stanchezza di tredicimila americani tra i 15 e gli 85 anni e ha evidenziato che, contrariamente a quanto ci potrebbe aspettare, coloro che si sentono più affaticati sono i ragazzi tra i 15 e i 25 anni.
La ricerca ha rilevato anche che le donne si sentono mediamente più affaticate degli uomini e che ogni figlio in più incrementa il senso di stanchezza; inoltre ha messo in evidenza che le persone con un maggiore livello culturale si sentono meno affaticate. Fonte: Corriere della Sera del 13/12/2013
Gli autori della ricerca, Laura Kudrna e Paul Dolan, formulano delle possibili spiegazioni in merito alla maggiore percezione di stanchezza fra i giovani piuttosto che fra gli over 70:
“Secondo Kudrna nella terza età la fatica percepita potrebbe essere inferiore perché si ha la possibilità di gestire meglio il proprio tempo e gli anziani possono permettersi di “fare quello che vogliono fare quando vogliono farlo”, ma non è da escludere che possano entrare in gioco anche altri fenomeni. Alcuni studi hanno ad esempio svelato che le emozioni negative tendono a ridursi con l’invecchiamento e che gli anziani sono più propensi a giudicare positivamente la loro quotidianità rispetto ai giovani. Il risultato resta sempre lo stesso: contrariamente ai luoghi comuni, non è la terza età il periodo della vita in cui la stanchezza prende il sopravvento”. Fonte: Il Sole 24 ore del 16 dicembre 2013
Come mai i giovani si sentono stanchi? Giustamente gli articoli citati mettono in evidenza che il concetto di fatica è soggettivo. Ma come può influire sull’atteggiamento con cui si affronta la vita questa percezione soggettiva di stanchezza?
Di: Letizia Mannino