Tutti gli articoli di Letizia Mannino

Perchè ‘No kids zone’?

Su ‘Vita’ on line un articolo dal titolo ‘Se il bambino diventa un nemico’ di Lorenzo Maria Alvaro affronta la questione della “no kids zone” che nata in USA si sta diffondendo anche in Europa.

L’articolo racconta di come diversi alberghi o luoghi turistici non ammettano i bambini, Ovviamente  il titolo dell’articolo di ‘Vita’ deve far riflettere sulle ragioni del diffondersi di questa tendenza. Occorre porsi degli interrogativi e cercare di comprendere i motivi in modo da capire come limitare questo atteggaiemnto.

Qualche mese fa un quotidiano riportò la notizia di un Ristorante di Roma che aveva messo un cartello di divieto ai passeggini e bambini piccoli. Il titolare del ristorante intervistato spiegò che la sua decisione non era dovuta ai bambini ma al comportamento di alcuni genitori. Raccontò che accadeva che i bambini andassero in giro per il ristorante senza controllo da parte dei genitori, correndo il rischio di farsi male e di produrre danni, mentre magari il papà o la mamma erano impegnati in conversazione, magari sul cellulare. E da qui era arrivato alla decisione del precauzionale divieto.

Scritto da: Letizia Mannino

Amore eterno?

Sempre su AdnKronos la notizia ‘L’amore eterno? Per la scienza esiste e va oltre la morte che illustra i risultati di uno studio dell’Università dell’Arizona, pubblicato sulla rivista americana ‘Psychological Science’, dal quale emergerebbe una conferma dela stretta dipendenza che c’è tra il benessere dei coniugi e la forma di relazione affettiva che continua anche dopo la morte di uno dei due partner, indipendentemente da età, durata del matrimonio e condizioni di salute. Più specificamente i dati mostrerebbero che il ‘legame’ tra il partner deceduto e quello in vita non presenta differenze rispetto a quello tra coniugi ancora entrambi vivi.

Questo studio metterebbe in evidenza che al contrario della ricerca citata in precedenza la perdita del partner comporta una sofferenza che perdura nel tempo.  I dati  degli ultimi due studi almeno apparentenete contrastanti andrebbero approfonditi per comprendere a cosa sono dovute queste differenze e come sono state indagate.

Per approfondire: ‘La Repubblica, “La scienza conferma: il legame tra coniugi è eterno” di Sandro Iannaccone

Scritto da: Letizia Mannino

Donne e uomini: essere soli

Contrariamente a quanto hanno evidenziato altre ricerche, avere una relazione di coppia non comporterebbe automaticamente un effetto positivo sulla salute; una nuova ricerca sembra dimostrare che le donne sole, in particolare a una certa età,  risulterebbero meno stressate, starebbero meglio in salute e presenterebbero meno rischi di avere una depressione. Gli uomini invece che hanno avuto un lutto o vivono una condizione di single stanno peggio degli sposati.

La ricerca, condotta da un grupppo dell’università di Padova e dell’Istituto di neuroscienze del Cnr, pubblicata sul ‘Journal of Women’s Health’, ha seguito  un campione composto da 1.887 uomini e donne over 65 monitorati per circa 4 anni.

Nell’articolo di AdnKronos Salute ‘Vedove allegre’ per davvero, studio italiano: “Meno stressate e più sane” che riporta la notizia anche alcuni considerazioni generali in merito ai dati emersi della ricercatrice Trevisan “mentre per l’uomo avere accanto una compagna significa poter contare su qualcuno che si prende cura di lui in casa e nelle questioni di salute le donne sposate hanno più probabilità di vivere una situazione stressante, restrittiva e frustrante”.

Scritto da: Letizia Mannino

Solitudine e malattia

AdnKronos riporta la notizia Malati di solitudine, quando l’isolamento spacca letteralmente il cuore’ di uno studio condotta dai ricercatori dell’University of York, dell’University of Liverpool e della Newcastle University che indaga il ruolo della solitudine sul rischio di sviluppare malattie coronariche o ictus e dal quale risulta che essere soli e non poter contare su una solida rete di rapporti sociali può aumentare il rischio di cardiopatia o ictus.

Gli autori mettono quindi in evidenza l’inportanza ai fini della prevenzione di porre l’attenzione anche su i fattori sociali. Altri studi hanno messo in correlazione specificamente il rapporto di coppia e il rischio di contrarre malattie cardiache da cui è emerso che maggiore è il vissuto di benesere affettivo dei partner e minore potrebbe essere il rischio di ammalarsi.

Nell’articolo di AdnKronos si legge anche come i due studiosi americani pongono l’attenzione sul ruolo delle nuove tecnologie nel facilitare o esarcerbare il senso di solitudine.

Scritto da: Letizia Mannino

Per gli adolescenti avere una famiglia è una priorità

L’Agenzia di Stampa AdnKronos Salute riporta alcuni dati emersi da una indagine di Paidòss (l’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e adolescenza) da cui risulta che il primo valore per gli adolescenti è la famiglia. La ricerca realizzata da Datanalysis nella seconda metà di marzo 2016 su mille ragazzi in tutta Italia e presentata in occasione del Capri Campus

Per i ragazzi è importante che la famiglia dia calore e affetto, rappresenti un riferimento e un modello. Inoltre i ragazzi vorrebbero che in famiglia ci fosse più comunicazione.  Alla domanda  “Cosa manca oggi al nostro Paese per avere un futuro migliore?” gli adolescenti del campione hanno risposto: il 33% “La sicurezza di una famiglia sempre presente”, il 20%  “avere ideali in cui credere” , “mancanza della presenza di figure davvero di riferimento” per il 12% , “La possibilità di costruire partendo dai sentimenti” (8,7%), “La capacità di integrare etnie e religioni diverse” (7,4%) e infine “una politica pulita e che sappia fare bene”.

Scritto da: Letizia Mannino

Il figlio prediletto?

Da uno studio condotto dalla sociologa Katherine Conger dell’Università della California e pubblicato sul Journal of Family Psychology emerge che il 70% dei padri e il 74% delle madri avrebbe riconosciuto di avere un trattamento preferenziale nei confronti di uno dei figli senza specificare verso chi.

I figli, intervistati sempre dal gruppo di studiosi, avrebbero confermato di avvertire da parte dei genitori disparità tra fratelli e che il cogliere queste differenze comporta ripercussioni sull’autostima.

L’articolo ‘I genitori hanno il figlio preferito?‘ pubblicato dal Corriere della Sera riporta anche alcune parole (pubblicate sul New York Times) della dottoressa Barbara Howard, assistente pediatrica alla Johns Hopkins University School of Medicine, la quale ritiene che :”la sensazione di non essere il figlio preferito è spesso causa di problemi comportamentali. Del resto, è impossibile che un genitore non abbia un figlio preferito e la percezione di questo favoritismo è uno dei motivi principali della rivalità fra fratelli”.

Scritto da: Letizia Mannino

Adolescenti: volontariato contro… dipendenze

Uno studio americano condotto da psichiatri dell’età evolutiva della Università  Case Western di Cleveland  e pubblicato  sul  Journal of Child and Adolescent Substance Abuse  mostra come la dipendenza da alcol o droga negli adolescenti interferisca con la capacità di tenere in considerazione gli altri. Emergerebbe infatti che  gli adolescenti con gravi problemi di alcol e droghe mostrano scarsa considerazione verso gli altri e poca consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni sulla vita altrui; inoltre all’aumentare della gravità della dipendenze aumenterebbe il disinteresse per il prossimo.
Come indicatore dell’associazione tra frattore di rischio, come l’uso di sostanze ed effetto (disinteresse per gli altri) lo studio ha utilizzato la OR  (odds ratio) che è risultata per i ragazzi con dipendenza pari  a 2,1, 1.6 tra quelli che facevano un uso moderato di alcol e droghe e di 1.1 tra chi di alcol o droghe non aveva affatto fatto uso.

Parla dello studio un articolo pubblicato sul quotidiano ‘La Repubblica’ dal titolo  “Dipendenza da alcol o droga in adolescenza diminuiscono la considerazione per gli altri” che riporta anche il parere della psichiatra Maria Pagano,tra gli autori dello studio, secondo la quale  promuovere il volontariato potrebbe aiutare i giovani a prevenire le dipendenze.

Quindi ancora una volta i dati di una ricerca mettono in evidenza come l’educazione dei giovani al rispetto delle esigenze degli altri comporti non solo dei vantaggi relazionali e sociali ma anche un possibile strumento di prevenzione delle dipendenze e di comportamnenti a rischio.

Scritto da: Letizia Mannino

L’OMS sull’adolescenza

L’Agenzia ANSA nell’articolo ‘Oms, adolescenti italiani più pigri e obesi d’Europacita alcuni dati del rapporto pubblicato dall’ufficio europeo dell’OMS da cui, ad esempio, risulta che gli adolescenti italiani hanno difficoltà nel relazionarsi con la famiglia e nel modo di rapportarsi della scuola, insomma sembra emergere una problematicità nel rapporto con gli adulti.

Inoltre gli adolescenti italiani risultano più pigri e obesi rispetto ai giovanissimi di altri paesi d’Europa. Il rapporto fa riferimento a dati raccolti nel 2013-2014 su ragazzi e ragaze di 11, 13 e 15 anni. Piu del 30% dei maschi di 11 e 13 anni è obeso mentre sembra che tra i teen ager stia diminuendo consumo di alcol e fumo.    Scarsa l’attività fisica:  il 5% delle ragazze e l’11% dei ragazzi fa almeno un’ora al giorno di esercizio moderato o vigoroso.
Rispetto ai dati sul bullismo sembra che in Italia risulti meno diffuso rispetto ad altri paesi.

Scritto da: Letizia Mannino

I ruoli di genere stabili nel tempo

vignetta paritaL’Agenzia ANSA riporta l’articolo ‘Vecchi cliché su ruoli maschi e femmine immutati in 30 anni‘ che riferisce di un’indagine condotta da un gruppo di psicologi dell’Università del New Jersey e pubblicata sulla rivista Psychology of Women Quarterly che ha evidenziato come in trent’anni l’idea sui ruoli maschile e femminile sia rimasta sostanzialmente invariata.  Per rilevare le posizioni sui ruoli di genere sono stati confrontati i dati emersi da interviste condotte sull’argomento a un gruppo di studenti intervistati nel 1983 e a un gruppo di adulti nel 2014. Dalla comparazione è emerso che nel corso del tempo sarebbe rimasta stabile l’idea che vi siano attività più adatte agli uni e alle altre: l’uomo viene considerato più idoneo ad attività come la manutenzione dell’auto e le riparazioni in casa, mentre la donna nelle faccende domestiche.

La donna continua ad essere vista prevalentemente come dolce, più capace nei lavori domestici e più adatta a lavori come l’insegnante e l’infermiera. Mentre persiste l’idea che l’uomo non sia capace di occuparsi delle faccende domestiche e, rispetto al lavoro, abbia più attitudine a svolgere lavori di tipo tecnico come, per esempio, l’ingegnere.
L’unico cambiamento registrato rispetto a 30 anni fa  riguarda la responsabilità finanziaria e le decisioni su questioni economiche che non sono più visti come di competenza esclusiva dell’uomo ma di entrambi.

Scritto da: Letizia Mannino

Smartphone: le regole dei figli per i genitori

L’Ansa riporta la notizia Niente foto su social e piu’attenzione, cosa vogliono i figlidi uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Washington e di quella del Michigan su un campione di 249 famiglie con figli di età fra i 10 e i 17 anni da cui risulta che i ragazzi vorebbero che i loro genitori mettessero in atto i seguenti comportamenti: riporre il telefono da parte quando si parla, evitare di parlare e mandare messaggi mentre si è alla guida e in particolare non postare foto sui social network senza chiedere il permesso (dei figli).

Interessante quanto indagato dallo studio perché si parla tanto dell’uso delle tecnologie da parte degli adolescenti, mentre in questo caso viene evidenziato come i figli vedono l’uso che ne fanno i genitori. Lo studio mostra come talvolta i ragazzi risentano della mancanza di attenzione da parte dei genitori perchè quest’ultimi sono distratti dallo smartphone.  Inoltre viene evidenziato il disagio che crea ai ragazzi l’abitudine di alcuni genitori di pubblicare le foto dei figli, anche molto piccoli,  sui social; modalità che in alcuni casi può anche risultare rischiosa per la privacy.

Fonte vignetta: Famiglia oggi n.5/6 2007

Scritto da: Letizia Mannino