Tutti gli articoli di Letizia Mannino

Lo stress di litigare fra fratelli

Secondo un gruppo di psicologi e sociologi dell’Università del New Hampshire di Durham gli scontri fisici fra fratelli, così come i dispetti, le provocazioni, i gesti di rabbia ecc., possono avere sul fratello che ne è vittima conseguenze analoghe a quelle del bullismo fra coetanei.

Attraverso la somministrazione di un questionario  a 3600 adolescenti e genitori di bambini più piccoli è stata valutata la frequenza degli scontri fra fratelli e le conseguenze nei mesi successivi.

Dallo studio, pubblicato sulla rivista Pediatrics, è emerso che gli scontri più importanti si sono verificati nel 32% dei casi e che questi tendono ad aumentare via via che i ragazzi si avvicinano all’adolescenza e che lo stress psicologico mostrato da chi nei litigi costituiva la parte più debole è analogo a quello che si rileva nelle vittime del bullismo. Inoltre emerge che i bambini di età inferiore ai 9 anni risentono anche degli scontri fisici di lieve entità mentre il livello di stress diventa analogo in tutte le fasce di età quando si tratta di litigi importanti o di violenze di tipo psicologico e verbale.

 Nell’articolo si legge che  … “I genitori tendono a sottovalutare la frequenza e la gravità di questi episodi, che spesso sono considerati addirittura positivi per la formazione del carattere, perché aiuterebbero i bambini a gestire meglio i conflitti fra pari. Il nostro studio dimostra invece che i litigi fra fratelli sono fonte di stress in modo non dissimile da quanto accade nelle aggressioni fra coetanei”.

La Prof.ssa Anna Oliverio Ferraris dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ mette in rilievo che…”Se i dissidi fra fratelli sono frequenti e importanti, le conseguenze possono essere anche peggiori di quelle che si hanno nello scontro fra coetanei, perché viene tradita la fiducia in un familiare, dal quale ci si aspetterebbe affetto e protezione”.

E’ sufficiente sentire i racconti che le persone fanno delle proprie esperienze familiari per comprendere che il modo in cui viene vissuta la relazione fra fratelli, e le posizioni assunte dai genitori, può rivestire un ruolo importante nella crescita … e anche dopo.

fonte:  http://www.corriere.it/salute/pediatria/13_luglio_16/litigi-fratelli_38129be8-d829-11e2-98e6-97ca5b2e4e27.shtml

Scritto da: Letizia Mannino

La violenza in famiglia

La famiglia dovrebbe basarsi sul rispetto reciproco prima fra di tutto fra i coniugi, verso i figli e verso tutti i parenti.  E’ all’interno della famiglia che si  dovrebbe esprimere e sperimentare la considerazione e cura per la persona, esercitare la capacità di comprendere e rispettare il punto di vista dell’altro.

Come spiegare i dati  denunciati recentemente dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) dai quali emerge che la violenza fisica e sessuale colpisce più di un terzo delle donne nel mondo (35%) e che nella maggior parte dei casi è inflitta proprio dal partner (30%).

Il direttore dell’OMS Margaret Chan ha dichiarato che i risultati emersi dallo studio mostrano che la violenza contro le donne è un problema mondiale di salute pubblica di proporzioni epidemiche.

Il rapporto dell’OMS fornisce anche delle stime del tasso della violenza nel mondo: in Africa del 45,6%, nelle Americhe del 36,1, nel Mediterraneo Orientale il 36,4, in Europa (Russia e Asia centrale incluse) del 27,2, nel Sud est-est Asiatico del 40,2%, nel Pacifico Occidentale del 27,9%.  Nei Paesi ad alto reddito è pari al 32,7%.

Fonte:  http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/salute/2013/06/20/Oms-violenza-un-terzo-donne-mondo-epidemia-mondiale_8902108.html

 

 

 

 

Scritto da: Letizia Mannino

Dare la voce alle emozioni

E’ importante educare a riconoscere e gestire le emozioni anche per prevenire comportamenti violenti e un fenomeno sempre in costante diffusione come il bullismo. Secondo la prof.ssa Anna Oliverio Ferraris, docente dell’Università di Roma ‘La Sapienza’, i genitori e la scuola devono preoccuparsi che i bambini imparino ad esprimere in maniera non violenta emozioni come la rabbia e la paura; ad esempio parlandone e cercando quindi via alternative per manifestarle. Infatti se  i bambini non imparano a parlare delle emozioni e non trovano le parole per esternarle finiscono magari per farlo a livello fisico. Infatti i bambini spesso ritengono che la forza sia solo quella fisica e non vedono le altre forme, come la forza di non lasciarsi andare,  la forza di trattenersi quando si vorrebbe insultare, la forza di aiutare gli altri ….

http://www.lastampa.it/2013/06/18/societa/mamme/salute/pedagogia-e-psicologia/educare-ai-sentimenti-e-alle-emozioni-EvGjijbaIVG8SpQJtTQvrN/pagina.html

Scritto da: Letizia Mannino

Relazioni e internet

La diffusione esponenziale dei social network pone delle domande circa il modo in cui possono influire sulle relazioni.

Secondo un noto psichiatra ad esempio,  le relazioni virtuali nei giovani possono nascondere le insicurezze perché è più facile cercare di apparire come si vorrebbe essere. Con l’utilizzzo di facebook e twitter, inoltre, la forza dei legami interpersonali si attenua perché i contatti sono più finalizzati alla trasmissione di informazioni.

http://www.edsocialmedia.com/wp-content/uploads/2011/10/people-network.jpgEffettivamente le relazioni virtuali e le relazioni dirette presentano delle differenze. Infatti la comunicazione umana sfrutta più canali informativi, linguaggio verbale, tonalità, gestualità, eccetera;   alcuni di questi canali si possono perdere o attenuare nella comunicazione virtuale.

Si pensi che gli esperti di comunicazione ritengono che in questa incide per il 55%  il linguaggio visivo del corpo (gesti, posture, mimica faccciale), il 38% gli elementi vocali (tono, timbro e ritmo) e solo un 7% il verbale.

Comunque, in genere,  tutti sono concordi circa le opportunità che può offrire la rete purchè venga utilizzata con equilibrio e la consapevolezza delle sue possibilità e dei suoi limiti.

Scritto da: Letizia Mannino

Non si leggono più le emozioni?

Una ricerca condotta su più di cinque milioni di libri pubblicati negli Stati Uniti e Gran Bretagna nel periodo dal 1900 al 2000, successivamente digitalizzati e contenuti in un database, evidenzia la progressiva diminuzione di parole che esprimono stati d’animo e emozioni.

La ricerca ha rilevato, inoltre, che l’emozione più in disuso è il disgusto e quella più utilizzata la paura.

Sono cambiati gli scrittori? E’ diminuita la capacità di discriminare le emozioni e quindi descriverle? Come mai i libri raccontano sempre meno le emozioni?

http://www.lescienze.it/news/2013/03/21/news/declino_frequenza_epsressione_emozioni_libri_paura-1573236/

Scritto da: Letizia Mannino

Come sta cambiando la famiglia

Alcuni dati della “fotografia” scattata dall’Istat alla famiglia. (Istat – Rapporti annuale 2012). Le foto, infatti, pur essendo statiche possono aiutare a “ricostruire” gli eventi rappresentati.

  • Si sono spostate in avanti di età alcune fasi della vita: uscita dalla famiglia d’origine, matrimonio, figli.
  • Si è ridotto il numero di coppie con figli.
  • Nell’ultimo ventennio sono raddoppiati gli anziani soli, in prevalenza donne, anche a causa dell’aumento dei divorzi e separazioni.
  • Aumentano le libere unioni.
  • Aumentano in modo significativo le convivenze more uxorio
  • Le famiglie monogenitore dagli anni 1993-1994 al 2010-2011 sono più che raddoppiate. Questo dato è interessante perché coinvolge non solo la condizione dei genitori ma anche quella dei figli.
  • Aumenta la quota da bambini nati da genitori non coniugati.

Probabilmente i mutamenti che stanno investendo le famiglie risentono  anche di cambiamenti sociali come ad esempio la  maggiore autonomia femminile, la precarietà del lavoro, il venir meno di una visione più tradizionalista della famiglia e,  in anni più recenti, la grave crisi economica.

E’ importante, però, nel quadro generale non perdere di vista le componenti emotive inevitabilmente centrali quando parliamo di relazioni.

Scritto da: Letizia Mannino

Instabilità coniugale in continuo aumento

Secondo le rilevazioni dell’Istat le separazioni e i divorzi oramai da anni sono in continuo aumento.

Ad esempio dal 2000 al 2010 il numero delle separazioni è aumentato del 22,5% mentre i divorzi del 44% ; quest’ultimo dato sembra essersi stabilizzato negli ultimi 3 anni.

Inoltre con il passare degli anni si è ridotta la durata media dei matrimoni. Ad esempio le separazioni entro i dieci anni di matrimonio sono più che triplicate dal 1972 al 2000.

Sarebbe interessante capire meglio il ruolo che giocano le componenti relazionali/emotive sulla minore tenuta nel tempo delle coppie.

Infatti, se si è fatta la scelta del matrimonio, una separazione non è un obiettivo raggiunto ma forse … un obiettivo mancato.

fonte:Istat – Rapporto annuale 2012

Scritto da: Letizia Mannino

Mantenere il legame

Secondo il sociologo Zygmunt Bauman i legami sono senpre più sostituiti da “connessioni”.

In un’ intervista pubblicata su “Repubblica delle idee” Bauman risponde ad alcune domande sul tema delle relazioni …

“Cos’è che ci spinge a cercare sempre nuove storie?”

“Il bisogno di amare ed essere amati. In una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti abbastanza. L’amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame”.

“Dunque siamo condannati a vivere relazioni brevi o all’infedeltà…”

“Nessuno è condannato”. Di fronte a diverse possibilità sta a noi scegliere. Alcune scelte sono più facili e altre più rischiose. Quelle apparentemente meno impegnative sono più semplici rispetto a quelle che richiedono sforzo e sacrificio”.

”Oggi viviamo più relazioni nell’arco di una vita. Siamo più liberi o solo più impauriti?”

“Libertà e sicurezza sono valori entrambi necessari, ma sono in conflitto fra loro. Il prezzo da pagare  per una maggiore sicurezza è una minore libertà e il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza. La maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, quasi sempre invano”

Bauman nell’intervista accenna anche al suo rapporto con la moglie e allo loro scelta, fin dall’inizio, che stare insieme anche se difficile era molto meglio dell’alternativa.

Quindi attribuisce importanza alla prospettiva da cui si vedono le difficoltà a cui inevitabilmente potrà andare incontro la relazione e non all’assenza di problemi.

Fonte: http://www.repubblica.it/speciali/repubblica-delle-idee/edizione2012/2012/11/20/news/bauman_le_emozioni_passano_i_sentimenti_vanno_coltivati-47036367/

Scritto da: Letizia Mannino

Educazione e responsabilità genitoriale

I mutamenti che investono la società stanno producendo cambiamenti anche nei rapporti tra genitori  e figli e più in generale tra giovani e adulti. Oggi non si usano più metodi educativi punitivi e restrittivi ma genitori ed educatori si trovano spesso in difficoltà  a dare delle regole. O meglio ci provano ma se queste non vengono rispettate che si fa? Frequentemente si assiste a un passarsi la palla tra scuola e famiglia in merito al ruolo educativo e alle responsabilità … e la partita è ancora in corso …

In questo panorama dove gli insegnanti non sanno più come fare a tenere la disciplina (parola che sembra obsoleta!) e i  genitori,  anche se non sono d’accordo, finiscono per cedere alle richieste dei figli  magari perché stanchi,  c’è chi prende posizione circa le responsabilità educative…

Ad esempio a dicembre 2011 una sentenza della Cassazione ha ritenuto responsabili legalmente dei genitori per comportamenti scorretti compiuti dai figli …

La vicenda, riportata da diversi quotidiani, riguarda una  partita di calcio fra bambini dove uno dei giocatori  ha dato una testata in bocca a un altro ragazzino.

Nel corso degli anni ci sono state diverse sentenze in questo senso.

La notizia ha sollevato diverse questioni non solo relative al ruolo educativo dei genitori ma anche circa il ruolo svolto dalla scuola, da alcuni videogiochi e modelli trasmessi dai media  ecc.  In effetti i genitori, in una società come l’attuale, non sono gli unici ad avere un ruolo educativo.  Inoltre  qualcuno ha sollevato anche la questione della responsabilità della mancata educazione dei genitori;  cioè i genitori sono responsabili dell’educazione dei figli ma se i genitori stessi non conoscono l’educazione la responsabilità sarebbe dei nonni?

Fonte: http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/11/figlio_Bullo_pagano_Genitori_Educazione_co_9_111211039.shtml

Scritto da: Letizia Mannino

… Finché suocera non vi separi …

Pare proprio che i suoceri, ma in realtà tradizione vuole che  il potere assoluto spetti alla suocera, possano anche provocare la fine di un matrimonio.

Infatti secondo alcuni dati forniti dall’AIM (Associazione Matrimonialisti Italiani) pare che il 30% delle separazioni siano dovute a problemi causati dall’ingerenza dei suoceri.

Nel  2011 una sentenza della Cassazione ha riconosciuto come motivazione valida, quindi senza addebito di colpa, all’abbandono del tetto coniugale, l’invadenza della suocera e successivamente ci sono state altre sentenze in questa direzione.

Ma i motivi di questi effetti devastanti delle suocere non andrebbero ricercati anche nella relazione fra genitori e figli? Nella difficoltà che incontra la coppia a difendere e tutelare la propria autonomia? Infatti, in ambito relazionale può essere riduttivo accontentarsi di spiegazioni che individuano le cause dei problemi in fattori ‘esterni’ alla relazione di coppia …

Fonte: http://www.associazionedifesaconsumatori.it/comunicati-stampa/politica-e-societa/cassazione-la-suocera-invadente-giustifica-la-separazione/

Scritto da: Letizia Mannino