Tutti gli articoli di Letizia Mannino

Stress… di coppia

Fonte: ‘La Settimana Enigmistica’ del 17 luglio 2014

Scritto da: Letizia Mannino

Pensare in solitudine

Restare da soli con i propri pensieri può essere vissuto in modo così disturbante che alcuni partecipanti ad un esperimento hanno preferito impegnarsi in qualcosa di spiacevole, come delle piccole scosse elettriche, piuttosto che far lavorare la mente in solitudine. È quanto emerso da una ricerca effettuata da alcuni psicologi dell’Università della Virginia a Charlottesville interessati a studiare la capacità di astrarsi dall’ambiente in cui ci si trova e concentrarsi su di sé.
Nella ricerca pubblicata su Science i ricercatori hanno progettato 11 varianti di un esperimento in cui i soggetti non dovevano far altro che trascorrere brevi periodi di tempo – dai 6 ai 15 minuti – da soli in una stanza, non facendo altro che pensare, riflettere o sognare a occhi aperti.
Alle domande poste successivamente dai ricercatori, la maggior parte dei soggetti ha detto di aver trovato difficoltà a concentrarsi e che la loro mente vagava. Nel caso in cui l’esperimento è stato svolto a casa, un terzo dei partecipanti ha ammesso di non aver seguito correttamente il compito e di essersi ‘distratto’ in qualche attività come l’ascolto di musica o altro.

Fonte: Le Scienze – Leggi l’articolo
Come mettono in evidenza i ricercatori stessi è vero che probabilmente una cosa è pensare dietro richiesta e altra farlo spontaneamente e in modo naturale,  ma quanto sembra emergere dall’esperimento potrebbe anche essere espressione della difficoltà che talvolta le persone possono avvertire stando da sole a riflettere; modalità, quest’ultime, che però possono risultare importanti ai fini dell’autoriflessione e della comprensione di sé e degli altri.

Scritto da: Letizia Mannino

Educazione finanziaria

Il Rapporto OCSE-PISA 2012 sulle competenze finanziarie dei giovani evidenzia che i quindicenni italiani hanno una alfabetizzazione finanziaria inferiore a quella dei coetanei dei paesi OCSE partecipanti. Uno studente su cinque non raggiunge il livello base di competenze.

La competenza finanziaria per il rapporto viene definita come “la conoscenza e la comprensione dei concetti e dei rischi finanziari unite alle competenze, alla motivazione e alla fiducia in se stessi per utilizzare tale conoscenza e comprensione al fine di prendere decisioni efficaci in un insieme di contesti finanziari, per migliorare il benessere finanziario delle singole persone e della società e consentire la partecipazione alla vita economica”.

Il paese che ha ottenuto i risultati più alti è Shanghai (Cina) dove in media gli studenti nelle prove di alfabetizzazione finanziaria hanno ottenuto un un punteggio medio di 603 punti, ossia 103 punti in più rispetto alla media dell’area dell’Ocse.

Fonte: Rai Edu Economia – Leggi l’articolo

Sul Corriere delle Sera Chiara Monticone dell’Ocse spiega: “L’alfabetizzazione finanziaria non è una materia come le altre. La sua introduzione è recente e molto variabile tra i singoli Paesi e poi non s’impara solo sui banchi. Questo tipo di competenze è legato anche al contesto familiare, a quanto si parla di soldi in famiglia, magari ai primi lavoretti part-time, ci contatti con prodotti finanziari di base come bancomat o conto in banca”

Fonte:  Corriere della Sera – Leggi l’articolo

La famiglia risulta importante quindi non solo come contesto di relazioni affettive ma anche come ambito dove si dovrebbero acquisire le principali competenze per la vita.

Scritto da: Letizia Mannino

Maltrattamenti sui bambini e aspettativa di vita

Fonte immagine Terre des hommes “Bambini maltrattati: in Italia circa 100.000 le vittime”

Non ci sarebbe bisogno di dati per sostenere che i bambini non vanno maltrattati. Ma recenti studi hanno dimostrato che i danni non sono soltanto a livello psicologico ma anche a livello biologico e organico e possono avere effetti a lungo termine.

Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Molecular Psichiatry i bambini maltrattati presentano telomeri più corti (i telomeri sono porzioni terminali dei cromosomi che si accorciano con il passare degli anni) e questo si può tradurre in un invecchiamento prematuro di 5-10 anni.

Parla dell’argomento un articolo pubblicato sul Corriere della Sera Salute.  LOrganizzazione Mondiale della Sanità stima che i casi reali di maltrattamento che includono molestie sessuali, abusi fisici, mancanza di cure, e anche abusi psicologici, atti di bullismo, stress da divorzio dei genitori o da perdita di uno di loro, presenza in famiglia di malattie mentali o tossicodipendenze sarebbero nove volte più numerosi di quelli segnalati.

Nel corso del congresso congiunto della Società italiana di pediatria (Sip), di quella di infettivologia pediatrica (Sitip) e di quella delle cure primarie (Sicupp) che si è svolto recentemente a Palermo Pietro Ferrara, professore di pediatria presso l’Università Cattolica e all’Università Campus biomedico ha illustrato alcuni fattori che possono contribuire a scatenere dei maltrattamenti: «È evidente che esistono contesti familiari in cui il rischio di maltrattamenti è maggiore: pensiamo, appunto, alle tossicodipendenze dei genitori o alla povertà. Ma ci sono anche condizioni del bambino che possono scatenare reazioni abnormi nell’ambito familiare. Piccoli con malattie croniche o disabilità o nati prematuri hanno bisogno di cure particolari che possono mettere in crisi i genitori. Ed è il pianto prolungato la condizione che spesso determina nel genitore una forma di frustrazione e di rabbia che culmina con un maltrattamento».

Alcuni studi, citati nell’articolo, hanno anche messo in evidenza la possibile relazione fra maltrattamenti e sviluppo di gravi patologie come il cancro, disturbi cardiaci ecc.

Fonte: Corriere della Sera, Salute – Leggi l’articolo

Risulta quindi evidente l’importanza, almeno per quei maltrattamenti che più facilmente si verificano nei contesti familiari, che i genitori vengano aiutati a comprendere i segnali dei bambini e a gestirli in maniera adeguata. Ma i genitori devono farsi anche aiutare a riconoscere quando i comportamenti del bambino scatenano loro rabbia e aggressività onde prevenire i maltrattamenti e trovare un modo per comprendere e fronteggiare questi sentimenti. Importante quanto riferiscono i pediatri circa la cosiddetta shaken baby syndrome (sindrome da bambino scosso), una delle principali cause di morte nel primo anno di vita. Il genitore agisce con l’intenzione di far zittire il bambino senza spesso essere consapevole della pericolosità di scuoterlo; secondo i dati riportati il 30 per cento dei piccoli scossi violentemente muore e l’80 per cento riporta gravi danni permanenti.

Scritto da: Letizia Mannino

Riflettere sul percorso del matrimonio

Su “D.Repubblica” un articolo dal titolo  ‘Come non sposare la persona sbagliata’ riporta una lista di 10 consigli stilata da Huffington Post UK. I titoli dei 10 punti sono: 1) Non pensare di potter cambiare l’altro; 2) Non scegliere solo sulla base della chimica; 3) Capire se si è attenti reciprocamente ai propri bisogni emotivi: 4) Chiedersi se si condividono passioni e progetti; 5) Fare sesso prima del matrimonio; 6) Farsi alcune domande; 7) Prestare attenzione se non ci si sente emotivamente al sicuro; 8) Essere sinceri sin dall’inzio; 9) Non sposarsi per rendere la propria vita migliore; 10) Occhio alle persone non emotivamente pronte per il matrimonio.

Fonte: D.Repubblica – Leggi l’articolo

I consigli riportati nell’articolo possono costituire uno spunto da approfondire rispetto al proprio percorso personale. Infatti al matrimonio, alla compatibilità e affinità con il partner si dovrebbe riflettere principalmente prima di compiere questo passo importante. Ma perchè la riflessione sul rapporto di coppia risulti efficace sarebbe opportuno accompagnarla con una valutazione su di sè, su quanto ci si sente pronti, sulle reali motivazioni ecc. La lista dell’Huffington Post mette a fuoco questi aspetti con il punto 9 e 10. Il punto 9 infatti, ‘non sposarsi per rendere la propria vita migliore’ mette in evidenza come cercare nell’altro un modo per cambiare in meglio la propria situazione può risultare una motivazione fragile e la delusione rischia di essere dietro l’angolo. Il punto 10, invece, che invita a fare una valutazione sull’altro può essere una guida anche per fare un’analisi su se stessi; chiedendosi, per esempio, quanto ci si sente realmente svincolati dalla propria famiglia di origine e pronti a coinvolgersi in una relazione affettiva e, in prospettiva, a passare dal ruolo di figlio a quello di genitore.

Scritto da: Letizia Mannino

La famiglia si ‘restringe’

L’ANSA riporta la notizia di quanto fotografa l’ISTAT attraverso gli indicatori demografici. Nascite in calo nel 2013 in Italia per il quinto anno consecutivo. L’80% circa dei nuovi nati ha la mamma italiana mentre il 20% straniera.

Diminuiscono i matrimoni religiosi. Tra il 2008 e il 2013 gli sposi che hanno scelto il rito religioso passa dal 63% al 57%, mentre la quota di coloro che hanno deciso per quello civile cresce dal 37% al 43%.

Nel 2013 si sono celebrati meno di 200 mila matrimoni, per un quoziente di nuzialità pari al 3,3 per mille, il più basso nella storia del Paese.

Fonte ANSA – Leggi la notizia

Per approfondimento: ISTAT – indicatori demografici

 

Scritto da: Letizia Mannino

Il ruolo del papà in casa

Un articolo del ‘Corriere della Sera’ cita una serie di ricerche che mettono in evidenza l’importaza del padre all’interno della famiglia. Recentemente in America si è celebrata la Festa del papà e anche in quell’occasione è stato ribadito la centralità della figura paterna.

Solo per citare alcune ricerche dell’articolo, secondo uno studio della Università della British Columbia ci sarebbe uno stretto legame tra quanto i papà collaborano in casa e i successi professionali delle figlie femmine.

Un altro studio, condotto dalla Mc Gill University e pubblicato su Nature, ha dimostrato l’importanza di seguire una dieta ricca di acido folico, già da prima del concepimento, non solo per la futura mamma ma anche per gli aspiranti papà.

Invece uno studio americano pubblicato su Pediatrics mette l’attenzione sulla depressione post partum dei papà. Pare infatti che possono soffrire di depressione post partum maggiormente i papà giovani, sotto i 25 anni, e per 5 anni dopo la nascita del figlio. E’ bene quindi che i segnali di depressione sia nelle mamme che nei papà non vengano trascurati.

Fonte: ‘Corriere della Sera’ – Leggi l’articolo

Scritto da: Letizia Mannino

Cuore di coppia

L’articolo “I matrimoni infelici fanno ammalare il cuore” del quotidiano ‘La Stampa’ riporta una ricerca che confermerebbe l’idea che i processi biologici, psicologici e sociali interagiscono per determinare la salute fisica.

Il prof. Thomas Kamarck, insieme a Nataria Joseph dell’UP hanno condotto uno studio  pubblicato su Psychosomatic Medicine durante il quale hanno osservato un campione di coppie sposate o conviventi e hanno monitorato, per quattro giorni, le loro interazioni di coppia e sociali. In particolare è stata posta attenzione alle interazioni positive e negative con il partner e sono state prese le misure dello spessore della arteria carotide.
I ricercatori sono partiti dalla crescente evidenza che suggerisce come la qualità delle relazioni sociali possono essere collegati con una varietà di conseguenze sulla salute, tra cui le malattie cardiache.

Dai dati raccolti si è rilevato che le persone con interazioni coniugali ritenute negative possono avere un 8,5% di maggiore rischio di soffrire di infarto o ictus rispetto a quelli con buoni rapporti. Inoltre tra i partner che hanno segnalato interazioni più negative sono state trovate carotidi più spesse.

Fonte: La Stampa – Leggi l’articolo

Scritto da: Letizia Mannino

Istat: i divorzi diminuiscono

E’ uscito il Report dell’Istat “Separazioni e divorzi in Italia”, ecco alcuni dati:

Nel 2012 le separazioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319, entrambi in calo rispetto all’anno precedente (rispettivamente -0,6% e -4,6%).

I matrimoni celebrati in anni più recenti durano di meno e le nozze religiose risultano essere più stabili. Nel 2012 sono sopravvisuti  alla cosidetta “crisi del settimo anno”,  933 matrimoni religiosi su 1.000 celebrati nel 2005 contro 880 su 1.000 matrimoni celebrati nello stesso anno ma con rito civile.

L’età media è di circa 47 anni per i mariti e di 44 per le mogli in caso di separazione e rispettivamente, 49 e 46 anni in caso di divorzio. Questi valori sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne.

La tipologia di separazione scelta in prevalenza dai coniugi è quella consensuale; nel 2012 si sono concluse in questo modo l’85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi. Fonte ISTAT

Sull’argomento anche l’articolo: “Perchè gli Italiani divorziano meno” – Corriere della Sera

 

Scritto da: Letizia Mannino

‘Prescrivere’ le fiabe

 

L’ANSA riporta la notizia che l’American Academy of Pediatrics ha inserito per la prima volta nelle nuove linee guida rivolte ai pediatri di raccomandare ai genitori di leggere fiabe ai bimbi fin da piccolissimi perché la lettura aiuta a sviluppare aree imporatanti del cervello,  un vocabolario ricco e articolato e le capacità di socializzazione.

Fonte ANSA – Leggi la notizia

Scritto da: Letizia Mannino