Tutti gli articoli di Letizia Mannino

Genitori sui social… i figli scappano…

A causa dei numerosi genitori che hanno un profilo Facebook pare che i figli tendono a ‘trasferirsi’ su altri social. Un‘indagine condotta dall’Halifax Digital Home Index sulle abitudini online di un campione di più di 2000 utenti rivela che molti nativi digitali si stanno spostando verso altre piattaforme meno frequentate dagli adulti come Twitter, Snapchat e Instagram perché in questo modo evitano di essere controllati dai genitori che si sono iscritti in massa al noto social network.

Interessante le differenze che emergono dall’indagine nell’uso degli smartphone nelle diverse generazioni: tra i nativi digitali almeno 1 su cinque consulta e interagisce con il telefonino quando è a cena con i famigliari, mentre solo l’1% degli adulti mette in atto questo tipo di comportamenti. Inoltre  un quarto dei ragazzi usa il cellulare per chiamare un membro della propria famiglia mentre si trovano entrambi nella stessa casa mentre utilizza questo mezzo di comunicazione solo il 5% dgli adulti.

Fonte, Corriere della Sera, Mamma e papà su Facebook? Allora i ragazzi chiudono il proprio profilo

Scritto da: Letizia Mannino

Giovani: web e sessualità

Uno studio condotto da Carlo Foresta del Servizio per la patologia della riproduzione umana dell’Azienda Università-Ospedale di Padova  che coinvolto  893 (18-20 anni)  studenti delle scuole superiori di Padova e provincia ha messo in evidenza che la sessualità per i giovani nativi digitali è sempre  più multimediale. I  giovani utilizzano sempre di più chat, siti porno e immagini erotiche scambiate via tablet o cellulari con il rischio che “la frequentazione abituale di questi spazi web allontani dal rapporto reale con altre persone, e induca precocità nell’orgasmo, autoerotismo spinto e calo del desiderio

Adnkronos Salute riporta alcuni dati della ricerca spiegati da Carlo Foresta “il 78% dei giovani è un fruitore abituale di siti porno, anche se l’abitudine al collegamento web varia da qualche volta al mese (29%) a più volte a settimana (63%), ogni giorno o più volte al giorno (8%), con una permanenza nei siti in media di 20-30 minuti”.

Lo studio ha messo anche in evidenza come la preferenza per la rete permetta di evitare le interazione, il dover conquistare qualcuno e il quindi il rischio del rifiuto; Pertanto potrebbe, talvolta, nascondere una difficoltà  nelle relazioni reali.

Fonte Adnkronos salute, Sesso in un click. Giovanissimi stregati da chat e siti porno, tra solitudine e calo del desiderio

E’ importante quest’ultimo aspetto messo in evidenza dallo studio dell’Università di Padova perché spesso si guarda alle tecnologie come se si trattasse semplicemente di un modo ‘nuovo’ e diverso di affrontare le relazioni mentre i rapporti ‘mediati’, talvolta, possono nascondere difficoltà relazionali; in questo caso non sarebbero tanto il frutto di una scelta ma di una sorta di evitamento.

 

Scritto da: Letizia Mannino

Bullismo o bravate?

Ancora un episodio dove i genitori intervengono in difesa dei propri figli e contestano i provvedimenti presi dalla scuola. Sul Corriere della Sera – 27° ora, un articolo di commento all’episodio avvenuto a Cuneo che vede coinvolti diversi ragazzi che durante una gita scolastica hanno preso di mira un compagno e mentre, si legge nell’articolo, il ragazzo era ubriaco, stanco, in pigiama, praticamente incosciente i compagni lo avrebbero denudato, depilato, messo in una vasca e altri comportamenti analoghi, filmando il tutto e mettendolo on line. La scuola avrebbe sospeso i ragazzi ma alcuni genitori hanno protestato scrivendo a un quotidiano per lamentarsi che il provvedimento era troppo duro e si trattava di una ‘bravata’, di ‘uno scherzo fra ragazzzi’ che dovevano risolvere fra loro.

Fonte Corriere della Sera Malmenano il compagno, la preside li sospende, i genitori protestano

Qual’è il limite fra bravata, scherzo e bullimo o violenza? Fino a che punto è opportuno che i genitori intervengano in difesa dei figli e quando invece è necessario e doveroso che prendano posizione, riconoscano che i figli hanno sbagliato? Quanto è importante che scuola e famiglia perseguano posizioni educative condivise, dove sia possibile per i ragazzi riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato?  Scuola e famiglia non dovrebbero essere alleate nell’insegnare ai giovani il rispetto per sè e per gli altri?

Scritto da: Letizia Mannino

I bambini ‘conoscono’ le ‘leggi della fisica’

L’agenzia di stampa ANSA riporta la notizia di uno studio dalla John Hopkins University di Baltimora, pubblicato sulla rivista Science, dal quale risulta che i bambini nascono con un’innata comprensione di come il mondo funziona; gli aspetti presenti dallla nascita e l’educazione interagiscono quindi insieme nel processo di crescita e sviluppo dei bambini.

I ricercatori hanno osservato come bambini di 11 mesi rispondevano ad alcune situazioni insolite come, per esempio,  una macchina giocattolo che camminava su una mensola e rimaneva a mezz’aria senza cadere anche quando la mensola era terminata. In questi casi i bambini manifestavano sorpresa e osservavano per un tempo più lungo la situazione rispetto a quelle in cui accadeva ciò che si poteva aspettare per le leggi della fisica come, nel caso dell’esempio, che l’automobilina cadesse a terra.

Fonte ANSA, La ‘conoscenza base’ del mondo e’ innata

Per approfondire ‘Le Scienze’, La sorpresa stimola l’apprendimento nei bambini piccoli

Scritto da: Letizia Mannino

Le tecnologie nell’intimità

Adnkronos Salute riporta la notizia di un’indagine dello statistico David Spiegelhalter dell’Università di Cambridge secondo il quale il tempo dedicato all’intimita delle coppie britanniche eterosessuali si è ridotto negli ultmi anni.  Spiegelhalter parlando alla Bbc Radio 4 sostiene che, seppure sia difficile individuare le ragioni più profonde del fenomeno, sicuramente internet e la diffusione dei dispositivi mobili hanno giocato un ruolo : “Un tempo c’era un’enorme separazione tra la nostra vita pubblica e quella privata. Ora queste due sono assolutamente integrate. Le persone controllano continuamente gli sms, i messaggi di posta elettronica e le chat. Non esiste più quella sorta di tempo libero ‘silenzioso’ che avevamo un tempo”.

Fonte: Adnkronos Salute – Internet uccide l’amore, da 5 rapporti al mese nel ’90 a 3 oggi

Scritto da: Letizia Mannino

Il tempo con i figli

La quantità di tempo passata dai genitori con i propri figli è importante per lo sviluppo? Si, ma in particolare fino ai 3 anni e poi in adolescenza. Mentre per i bambini tra i 3 e gli 11 anni sarebbe più importante la qualità piuttosto che la quantità. E’ quanto emerge da uno studio  longitudinale che sarà pubblicato sulla rivista scientifica ‘Journal of Marriage and Family’.

La notizia dello studio riportata dal quotidiano ‘Corriere della Sera’ quantifica in 6 ore il tempo che andrebbe ‘impegnato’ alla settimana per trascorrerlo con i figli. Con tempo ‘impegnato’ si intende quello in cui c’è interazione diretta tra genitori e figli e il tempo ‘accessibile’ quello in cui un genitore è presente, ma non sta interagendo direttamente con il figlio; come per esempio quando prepara da mangiare mentre il figlio fa i compiti in cucina.

Contrariamente a quanto potrebbe sembrare la ricerca riferisce che i genitori americani passano oggi più tempo con i figli di quanto avvenisse in passato. Facendo una comparazione fra diversi anni è emerso che nel 2010 le madri hanno passato una media di 13.7 ore alla settimana con i figli mentre nel 1975 la media era di 7.3 ore, quindi la metà circa. Il tempo dedicato dai padri durante la settimana,  invece, nel 2010 triplica rispetto al 1975 con rispettivamente 7.3 ore e 2.4.

Fonte Corriere della Sera – ‘Nuovo studio: la qualità del tempo coi figli piccoli conta più della quantità’

Scritto da: Letizia Mannino

Le delusioni d’amore si superano

Anche la scienza conferma ciò che si sa, le delusioni d’amore con il tempo si superano. Come già messo in evidenza in più occasioni il processo di chiusura di un rapporto e quindi la ripresa da una ‘delusione’ affettiva è legato al modo di essere di ciascuno, alle caratteristiche e intensità della storia ecc., non c’è uno standard. Fatta questa premessa può risultare interessante quanto evidenziato da uno studio condotto da alcuni ricercatori della Saint Louis University e pubblicato sulla rivista Review of General Psychology. Dopo aver esaminato la letteratura focalizzando l’attenzione proprio sui processi che portano alla rottura di una relazione e all’inizio di un’altra, i ricercatori sono giunti alla conclusione che nel cervello di ogni individuo esista un meccanismo che aiuta a reagire ai momenti difficili.

La notizia della ricerca riportata dall’Agenzia Ansa (e da altre agenzie e giornali) mette in evidenza che quando si chiude un rapporto affettivo ciò che accade e’ simile a una disintossicazione dalla droga. Proprio per questo per capire meglio alcuni meccanismi, gli autori della ricerca pare abbiano studiato le scansioni cerebrali di chi faceva uso di cocaina e di chi ha smesso. Quando finisce una storia d’amore si attivano aree del cervello diverse da quelle attivate quando la storia è in corso; sarebbe proprio l’attivazione di queste nuove aree che permette, con il tempo, di prendere in considerazione nuovi partner. “Inizialmente- spiega il dottor Boutwell- a prevalere potrebbe essere il vecchio partner e il tentativo di riconquistare il suo affetto, tuttavia se il meccanismo si mette in funzione il cervello degli individui agisce per correggere certe emozioni e comportamenti, aprendo la strada per essere attratti da nuovi compagni e dare vita nuove relazioni”.

I risultati della ricerca pur mettendo in evidenza un dato che fa parte dell’esperienza comune possono risultare di incoraggiamento perché fanno vedere come determinati processi sono anche ‘fisiologici’. E’ opportuno aggiungere a quanto spiegano i ricercatori che quando si chiude una relazione può essere è utile anche fare delle riflessioni circa i motivi che hanno portato alla fine del rapporto in modo da ricavarne spunti di maturazione, crescita e cambiamenti personali.

Fonte notizia: ANSA – Siamo ‘programmati’ per superare le pende d’amore

Scritto da: Letizia Mannino

Ricerca CNR – Espad: i giovani abusano di sostanze ‘alla cieca’

Dallo studio annuale sul consumo di droghe condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr Espad-Italia 2014 emerge come preoccupante novità l’uso di sostanze ‘sconosciute’ da parte di oltre 50 mila ragazzi e l’uso di psicofarmaci senza prescrizione mediche. “La novità dello studio, che ha coinvolto 30mila studenti di 405 istituti scolastici superiori italiani, riguarda proprio il numero significativo di ragazzi che utilizzano sostanze senza conoscerle né sapere quali effetti procurano”, spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Ifc-Cnr e responsabile dello studio.

Rispetto all’uso degli psicofarmaci la responsabile della ricerca chairisce che “che negli anni hanno registrato un discreto incremento e che, se prescritti da uno specialista, fanno parte di un percorso terapeutico, altrimenti si trasformano in sostanze illegali a tutti gli effetti”’.

Fonte: CNR

Scritto da: Letizia Mannino

Affetto ‘gratuito’…

Nota: ‘Momma’  è una serie di strisce a fumetti ideata da Mell Lazarus pubblicata dal 1970 circa. La signora Hobbs, momma, è la protagonista del fumetto; vedova e con tre figli,  non si rassegna alla crescita di questi e cerca di controllare le loro vite e di dare loro consigli.

Scritto da: Letizia Mannino

Censis, minori soli con TV e tecnologie digitali

Il Censis ha realizzato per il Corecom Lazio un’indagine su ‘Media e minori‘ nell’ambito del Lazio. Di seguito alcuni dati emersi: Il 46% dei bambini di 7 anni e il 44% dei ragazzi di 10 anni guarda la tv per 2-3 ore al giorno. Il cellulare, spesso regalato dai genitori nella speranza di controllare i figli, è diffuso già tra i bambini delle prime classi delle elementari. Usa lo smartphone per un’ora al giorno il 22% dei bambini di 7 anni, mentre il 23 % lo usa per 2-4 ore.

Oltre il 50% dei bambini di 6-7 anni usa il tablet per 1-2 ore al giorno, con punte fino a 3-4 ore; la perentuale a 10 anni sale al 60%.

La maggioranza dei bambini di 7 anni guarda la televisione nella fascia oraria 20.00-21.00, segue la fascia 17.00-18.00 (la fascia protetta). Quasi il 64% dei ragazzi di 10 anni segue principalmente la tv nella fascia oraria che va dalle 19.00 alle 22.00,  al di fuori quindi dalla fascia protetta.

I bambini vengono lasciati spesso soli con Tv e internet.  Infatti, il 70% dei bambini di 7 anni ha la possibilità di accendere da solo la tv e a 10 anni la percentuale sale oltre l’80%. Il 26% dei bambini di 7 anni accede da solo anche a internet, e la percentuale sale al 51%  a 10 anni.  Dall’indagine emerge che nel complesso i genitori sono poco presenti nel guidare i figli nell’uso di TV e tecnologie ma nel contempo sono preoccupati degli effetti che queste possono avere. Fonte Censis

Scritto da: Letizia Mannino