Oramai da tempo i fenomeni di bullismo stanno interessando anche la rete dove purtroppo tutto si amplifica, corre veloce e non conosce confini.
Recentemente nell’Ohio un liceo è stato sconvolto da rivelazioni, scandali veri o falsi sugli studenti e tra gli studenti che sono stati resi noti tramite i social network.
Il fenomeno del cyberbullismo purtroppo è in crescita ovunque. Secondo i dati del Nationale Crime Council quasi la metà degli adolescenti americani è stato vittima almeno una volta dei troll. In Italia, invece, i dati rilevati dall’Indagine nazionale sulla condizione dell’Infanzia e dell’adolescenza di Eurispes e telefono azzurro (pubblicata nel 2011) parlano di un quinto dei ragazzi che ha trovato su internet informazioni false sul proprio conto.
Adesso preoccupa Ask.fm una piattaforma con base in Lettonia che si affolla quotidianamente di 200 mila nuovi utenti e dove vengono postati 60 milioni di messaggi al giorno.
E’ frequentata prevalentemente da adolescenti, talvolta amici, ma spesso sconosciuti. Purtroppo in questo ambito si finisce per trascendere e, complice l’anonimato, la situazione rischia di sconfinare in volgarità, violenza ecc.
Forse questi dati rivelano che, almeno in alcuni casi, i ragazzi non sono pienamente consapevoli dei rischi potenziali di condividere dati e materiale personale, come foto e informazioni, sui social network. Anche i cyberbulli talvolta potrebbero non cogliere pienamente, se non troppo tardi, la portata e le conseguenze dei loro comportamenti.
E’ importante quindi che sia i giovani che i genitori si informino sul funzionamento delle nuove tecnologie e sui potenziali rischi in modo da cercare di prevenire spiacevoli conseguenze. Infatti la diffusione dell’uso del computer e delle sue applicazioni, anche fra i giovanissimi, non deve far dimenticare che non è un gioco…lo spazio è virtuale ma le conseguenze sono reali.
Di: Letizia Mannino
Come insegnante sono sollecitata ad un’attenzione continua alle tematiche giovanili. L’uso non corretto delle nuove tecnologie, che in mano ai giovani si trasformano in una “piazza di paese dove circolano pettegolezzi incotrollabili ( in particolare penso a facebook)è elemento di tensione,causa di litigi vivaci, che a volte si scatenano subito dopo la ricreazione se un alunno nell’intervallo ha letto un nuovo messaggio offensivo che lo riguarda.L’argomento sollevato dal post (corredato da alcuni riferimenti)è di rilevante importanza e ancora non sono stati trovati, a mio parere, strumenti adeguati per affrontarlo. Certamente il primo passo è questo: averne consapevolezza.