Il settimanale ‘L’Espresso’ con l’articolo ‘Generazioni, che fine hanno fatto? ‘ affronta un tena oggi di attualità e nel farlo riporta i pareri di diversi esperti. Alcunie parole di Massimo Ammaniti “In passato esistevano rituali e compiti evolutivi chiari che scandivano il passaggio del tempo. La scolarizzazione, l’adolescenza, il riconoscimento delle proprie attitudini e quindi il lavoro, poi il matrimonio, la formazione di una nuova famiglia erano tutte tappe che segnavano i cambiamenti dell’individuo”, e ancora “A un certo punto i genitori concludevano il circolo fertile, e i figli si sentivano autorizzati a entrare nel mondo adulto. Oggi tutto questo è saltato: la famiglia tradizionale è sempre meno comune, i figli sono pochi, e gli spazi degli uni e degli altri coincidono: mentre prima la vita dei figli e dei genitori era anche fisicamente separata, oggi la condivisione è così ampia da rendere le distinzioni molto sfumate: parliamo liberamente di qualunque argomento con i figli davanti; insieme si viaggia, si va fuori con gli amici; i figli assistono ai nostri pasticci sentimentali e da loro pretendiamo il racconto delle prime esperienze sessuali. Li difendiamo con i professori, li coinvolgiamo nei nostri problemi”…
Il sociologo Ilvo Diamanti cita invece alcuni dati di un sondaggio dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza secondo il quale il 19% degli italiani pensa che la giovinezza possa durare anche oltre i 60 anni, mentre il 45% che finasca tra i 50 ei 60 anni.
Marino Niola, antropologo della contemporaneità parla di ridefinizione delle generazioni “Prima la differenza tra generazioni era pedagogica: gli adulti insegnavano ai giovani la vita, il bene e il male. Oggi le agenzie educative annaspano. La famiglia toglie alla scuola ogni autorità: basta guardare al ruolo nefasto dei genitori sui consigli di classe…”
Commenta ancora Ammaniti … in passato c’era l’età della responsabilità mentre oggi per tutti il desiderio è “La ricerca della felicità”, “La realizzazione di sé a qualunque età, costi quel che costi”. Con la conseguenza che si sarebbe persa la sensazione di essere fuori tempo massimo. Perché se ogni esperienza è reversibile, tutto può ancora succedere.
Di: Letizia Mannino