L’instabilità coniugale interessa una parte consistente della popolazione italiana. Dal 1995 al 2010 le separazioni e i divorzi hanno registrato una continua crescita ma pare che nell’ultimo anno giudiziario, invece, sono diminuiti del 10%. Si potrebbe pensare che finalmente c’è stata una inversione di tendenza … invece il dato si accompagna ad altri segnali, come le richieste di riduzione degli assegni di mantenimento, che fanno ritenere che questi siano piuttosto gli effetti della crisi economica.
Il presidente dell’Associazione Matrimonialisti Italiani racconta che il 20% dei coniugi che si rivolge a un legale per una consulenza in merito a separazione o divorzio rinuncia perché non può permetterselo economicamente. Riferisce, inoltre, un incremento della conflittualità fra ex coniugi e un aumento delle richieste di rivedere gli accordi raggiunti precedentemente e le sentenze.
Purtroppo le problematiche economiche possono contribuire a aumentare il clima di tensione fra i coniugi che si stanno separando o già separati complicando quindi le relazioni e generando tensioni e aggressività; evenienza tanto più problematica per gli effetti che può avere sui figli.
La crisi economica del Paese rischia quindi di rendere ancora più difficile per una coppia in crisi guardare alle proprie difficoltà relazionali e alla eventualità di allontanarsi mettendo in primo piano solo gli aspetti emotivi. Infatti i timori di non potersi permettere la separazione possono disorientare e interferire nella decisione. Ad esempio una coppia che comunque alla fine avrebbe superato la crisi e sarebbe rimasta unita per scelta … potrebbe invece sentirlo come una necessità!
Quindi in tempi di crisi … è ancora più importante non perdere la rotta dei sentimenti …
Di: Letizia Mannino
Certamente rimanere uniti per motivi economici non è esaltante, ma forse la valutazione delle conseguenze che genera una tale decisione ( tra cui quella economica non è marginale)potrebbe spingere a muoversi in tale direzione con minore immediatezza rispetto a quanto avvenuto in passato.Certamente ci si augura che la prudenza economica solleciti altre “prudenze” e che,come sottolinea il post,si rimettano in gioco i sentimenti dei coniugi e la responsabilità genitoriale, oggi così spesso sottovalutata in nome di un benessere e di una libertà personale da recuperare.