Un articolo pubblicato sul quotidiano “La Repubblica” parla dell’infanzia digitale. Dell’argomento si è parlato anche durante il congresso Pediatric Academic Societies and Asian for Pediatric Reasearch che si è tenuto a Vancouver.
I nativi digitali sono in grado di utilizzare già a 2, 3 anni smartphone e tablet e di telefonare ad un adulto; ma, nella maggior parte dei casi, non sanno andare in bicicletta, né allacciarsi le scarpe e altro ancora.
Anna Oliverio Ferraris commenta “Non è obbligatorio che a 2 anni un bambino sappia vestirsi da solo, ma dovrebbe almeno provarci. Ma la cosa più importante è che nei suoi primi 5 o 6 anni di vita gli si consenta di imparare a muoversi, parlare e socializzare, in una parola a diventare autonomo, cosa che non si può fare soltanto attraverso il web”.
Pare che l’evoluzione digitale dei bambini marci di pari passo con quella che negli Stati Uniti si chiama “sindrome di super-protezione”, cioè la paura degli adulti che i bambini possano farsi male facendo attività come giocare.
Stefano Vicari neuropsicologo del Bambin Gesù di Roma spiega che alcuni studi recenti abbozzano la possibilità che l’eccesso di utilizzo di strumenti virtuali rallenti altre forme di di apprendimento, soprattutto quelle relazionali e il linguaggio.
Fonte: La Repubblica – Leggi la notizia
Di: Letizia Mannino