Da una ricerca della University of California e pubblicata su ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’ emerge che negli adolescenti aiutare gli altri attiva aree del cervello associate al sistema limbico e dà più piacere di quanto non accada nello svolgere attività che forniscono ricompense immediate per se stessi, come ricevere denaro, mangiare cioccolato o ascoltare musica.
Per i ricercatori che hanno condotto lo studio: “In chi sceglieva attività altruistiche si attivava in modo più evidente lo striato ventrale del cervello, area del sistema limbico connessa con il piacere e, a distanza di un anno, mostravano anche un calo dei sintomi depressivi. Quelli che invece sceglievano ricompense immediate per se stessi non erano altrettanto gratificati e tendevano a divenire più depressi nel tempo. Perciò, tenendo conto che i giovani sono facilmente preda alla depressione con picchi intorno ai 17-18 anni, sottoporli ad attività altruistiche come la raccolta di fondi per beneficenza o il volontariato possono essere un ottimo strumento per prevenirla”.
Fonte ANSA
Dalla ricerca emerge, quindi, che svolgere attività altruistiche giova non solo agli altri… ma anche a se stessi.
Di: Letizia Mannino